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Fabio Romano, Pianista
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'Poderose la tecnica e l’intelligenza interpretativa
e titanico il programma che il pianista palermitano, monacense d’adozione, ha offerto al pubblico dell’affollata Sala Wenders del Goethe-Institut
giovedì scorso.

Sei corpose sonate da quella bachiana di Stravinskij a quella tardo romantica di Berg sino all’avanguardistica di Boulez e alla Sonata (1966) di Eliodoro Sollima che fu suo maestro. E non contento si cimenta ancora in Hartmann e Skryabin dando prova di resistenza fisica, sensibilità nel tessere il programma e spirito ironico quando continuando a suonare commenta con “polistilismo” il contrappunto di un cellulare
sulla sonata di Stravinskij.'

Alessandra Sciortino su La Repubblica
del 4 Giugno 2010

'Ancor più aspra, frammentata e furiosa, senza mezzi termini disperata, si presenta la Sonata "27 Aprile 1945" di Karl Amadeus Hartmann (1905-1963).

'In un'esecuzione appassionata il pianista F. Romano
ha dato voce alla disperazione, al dolore, alla rabbia
e alla speranza. Un tocco martellante, l'impennarsi
di un virtuosismo impetuoso fanno da contrasto,
in quest'opera che tende agli estremi, ad oasi
di quiete e riflessione.

Landeszeitung für die Lüneburger Heide
3 Agosto 2009


'Per la seconda volta nel quadro dei 'Musiktage'
di quest'anno si è potuta ascoltare la sonata di
Jörg Widmann "Fleurs du mal"

Bavouzet interpreta questo brano spigoloso e dai
forti contrasti non disdegnando il gesto leggiero,
né la vicinanza col jazz.

Tre giorni prima il pianista Fabio Romano aveva eseguito la stessa opera con durezza cristallina,
con l'impeto elementare di una forza della natura,
due visioni avvincenti, che hanno suscitato
nel pubblico paragoni pieni di ammirazione.

Die Oberbadische
12 Novembre 2007


'Romano ha messo a fuoco l'ormai quasi sempre incompresa profondità intellettuale di uno Schubert,
del quale risulta troppo spesso visibile la sola facciata melodica.

Proprio in questi tre brani, che rappresentano il suo testamento forse più intimo, si manifesta una possenza umana, che Romano ha saputo interpretare
in modo convincente e brillante'.

Süddeutsche Zeitung
24 Maggio 2005


'La sua tecnica spigliata, sommata alla familiarità col Jazz elevano questa 'Rhapsody' ai ranghi d´un original american event. Una prestazione brillante'.

Heilbronner Stimme
20 Ottobre 1998

'Una riflessione intima, scavata nell´interiorità e nel segreto travaglio di emozioni, quasi un´apologia del monologo sonoro: questa la lettura dell´op. 110 in
la bem. magg. [di L. van Beethoven] elegantemente compiuta da Fabio Romano'.

Giornale di Sicilia
19 Novembre 1985

'Fabio Romano, di cui colpiscono disinvoltura e virtuosismo sostenuti da lindore tecnico e musicalità spontanea, ha interpretato l´insidiosa op. 58 in si min.
di Chopin, vero e proprio cavallo di battaglia di illustri pianisti.

Per nulla intimorito dalle numerose difficoltà
nascoste nel brano, ne offriva una lettura
interiorizzata e passionale, alternando distese
oasi di aggraziata cantabilità a momenti di
tormentato lirismo privo di cedimenti.

Una parentesi di singolare stile affabilmente giovanile veniva concessa nello scherzo'.

Giornale di Sicilia
29 Novembre 1985

'Ottima musica dalla Sicilia. Applausi calorosi al S. Bartolomeo per il duo Luigi Sollima - Fabio Romano'.

L'eco di Bergamo
17 Febbraio 1988

'Il giovane Fabio Romano può essere già considerato una sicura promessa ed uno dei migliori frutti della scuola pianistica siciliana.

Ciò che colpisce immediatamente in lui è la vivacità
del temperamento e l’acuta sensibilità musicale, travasati attraverso la tecnicica incisiva e brillante in una immediatezza espressiva densa d’inflessioni e di contrasti.'

Maria Giuffrida ne La Sicilia
del 26 Marzo 1982


L'OUS a pu également s'appuyer sur l'étonnante clairvoyance du pianiste Fabio Romano, qui imprime
au concerto de Grieg une marque particulièrement tendre et humaniste, à l'image de son compositeur.

Le concertiste italien s'emploie à prolonger les délices de transitions étirées, en symbiose avec un tutti à l'écoute - où l'on note les lumineuses interventions
du cor.


Christian Wolff in der DNA
Dezember 2012

Schumann/Widmann : Fleurs du mal (wergo) -

Allora meglio un’originale collezione di fiori pianistici del male la cui combinazione risulta leggermente,
ed esemplarmente, velenosa.

L’intelligente pianista Fabio Romano accosta
i Nachtstücke e i Canti del mattino di
Robert Schumann a Jörg Widmann,
compositore dall’affinità schumaniana,
e alle sapienti voragini della sua sonata
ispirata a Baudelaire.

Il risultato è una sagace e fosca passeggiata notturna
al pianoforte, il cui ricordo difficilmente sbiadisce.

Manuel Brug nel quotidiano Die Welt,
novembre 2010

'Culmine della serata: la sonata „Fleurs du mal“ del primo Widmann, ispirata a Baudelaire. Questo brano, tutto fuorché un peccato di gioventù, si fa perdonare con una squisita alchimia sonora la quasi impossibilità di percepirne la forma-sonata.

Esso sarà due volte culmine grazie al suo interprete: il giovane pianista siciliano Fabio Romano, che eseguirà
a memoria la complessa opera, riesce scovare in essa momenti di magia'.

Klaus P. Richter nella Süddeutsche Zeitung
del 24 Luglio 2007

'Fabio Romano, eccellente pianista, capace di spostarsi senza soluzione di continuità dal pianissimo ovattato fino ai cluster più roboanti'.

Wolfgang Schultze nella Berliner Morgenpost
del 23 Agosto 1999

‘Un concerto formidabile grazie all’insolita scelta
del programma, che comprendeva esclusivamente
sonate del ventesimo secolo.

Formidabile l’approccio interpretativo del pianista siciliano, che fa diventar suono la diversità di sei compositori moderni’.

Claus Regnault nella Süddeutsche Zeitung
del 12 Gennaio 2010

'Fabio Romano estrae dallo strumento suoni di un tal sensibilissimo fervore, quasi fosse testimone per la prima volta di tanto miracolo. Stupisce, considerata la sua tecnica brillante, quanto gli sia estranea ogni forma di routine'.

Sueddeutsche Zeitung
13 Dicembre 2000



'Il pubblico ha seguito con entusiasmo la performance del giovane pianista italiano Fabio Romano'.


Berliner Morgenpost
11 Settembre 2000



'Un giovane pianista, dotato di un gusto raffinatissimo
e di una tecnica brillante'.

Reutlinger Generalanzeiger
30 Maggio 1998



'Fabio Romano sa prendersi, sicuro del suo gusto raffinato, quelle licenze poetiche che in poesia fan tramutare la voce del pianoforte'.

Reutlinger Nachrichten
30 Maggio 1998



'Geniale capacità interpretativa. Il duo Romano-Varema suscita entusiasmo a Kreuth [...] la via che conduce
ai vertici dell´attività concertistica è già spianata'.

Muenchner Merkur
3 Agosto 1994


'Fabio Romano è stato lo squisito solista di questo concerto [...]

Oltre alle sue capacità tecniche, egli rivela una
raffinata sensibilità per le variazioni dinamiche,
la capacità d´ottenere un suono perlato o di
realizzare crescendi possenti che, pur non
mancando dell´incisività necessaria, rimangono
sempre elastici ed espressivi'.

Main Echo
16 Novembre 1999

'Il solista Fabio Romano fa respirar la musica, e ciò
con grande trasparenza [...] con poesia e, allo stesso tempo, con obiettività'.

Deggendorfer Zeitung
26 Settembre 2000

'Fabio Romano interpreta la parte per pianoforte con ricchezza di colori e pregnanza ritmica'.

Lindauer Zeitung
20 Aprile 2000